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Ciao a te! Lasciami presentare: mi chiamo Gianfranco e sin da piccolo sono sempre stato un gran testardo e diverso dagli altri. Un tipo strano con le idee tutte sue.

L’idea del mio blog nasce dall’ispirazione che ho avuto in uno dei miei viaggi. Mi piace raccontare le mie avventure e delle mie passioni, ovvero: andare in giro per il mondo, scrivere, mangiare bene e andare alla scoperta di nuovi sapori. Il nome del mio blog “La ricetta della vita” rappresenta l’idea di felicità quando si cucina un pasto e quando si ha quella voglia di partire all’avventura per nuovi posti. Due cose importanti nella vita secondo me.

Credo fortemente nella libertà e in un mondo più pulito, e per questo lotterò fino alla fine 😀

Sono profondamente convinto che viaggiare possa in qualche modo aprire la mente alle persone e renderle davvero libere. Per me viaggiare significa VITA.

La mia storia inizia così…

Non sono una persona speciale ma volevo vivere una vita speciale. La mia storia è comune a quella di molti ragazzi che hanno perso la loro via, o che hanno deciso di smettere di rincorrere una vita dettata dalle pressioni sociali.

Dopo aver incorniciato il mio diploma di scuola superiore al muro della mia cameretta, ho vissuto una parte della mia vita che io chiamo “piatta“. I momenti difficili erano dietro la porta ad aspettarmi. Le difficoltà crescevano giorno per giorno e il lavoro non arrivava mai. Non volevo rimanere con le mani in mano, così decisi di partire all’avventura: scoprire me stesso e il mondo. Decisi d’inseguire i miei sogni, provando la mia prima esperienza di lavoro all’estero.

La mia seconda casa: Manchester

Scelsi proprio lei: l’Inghilterra. Poco prima avevo incontrato un mio amico che si era trasferito a Manchester da quasi un anno e mi aveva raccontato della sua esperienza positiva. Ne fui ispirato e in qualche modo così scelsi Manchester, una delle città più strampalate.

Fino a quel momento conoscevo quasi niente di me stesso, non sapevo nemmeno mi piacesse viaggiare.

Studiai e pianificai ogni mossa a tavolino della mia futura partenza: dagli angoli della città, le persone, le usanze e tutto ciò che riguardava il Regno Unito. Guardai molti video su YouTube, facendo tesoro di siti come Italians in fuga, insomma curiosavo su Internet, a volte, tutta la notte.

Diventò una vera sfida per me e con determinazione la realizzai. Salì a bordo dell’aereo con due valigie e la determinazione di chi doveva “cambiare vita“. Così mi misi nel mio posto, al lato finestrino, di tanto in tanto dando delle occhiate fuori, come un sognatore.

Arrivato a destinazione, dormì nell’aeroporto di Manchester insieme ad amici che avevo conosciuto a bordo, stessa città natale, stesso desiderio di cambiare tutto. Avevo organizzato un piano efficace, ma quando arrivai a destinazione, mi trovai in balia delle onde. Anzi, degli tsunami. Tutto mi travolse.

Rimasi perfino una notte a dormire all’esterno di un bar di un hotel, distrutto moralmente che fisicamente. Senza un posto dove mangiare e dove dormire, ma questo non mi faceva paura.

Trovato un alloggio, mi misi a cercare lavoro senza conoscere l’inglese se non quello scolastico. Ero da solo contro tutti.

La mia esperienza prese vita in uno dei ristoranti di Altrincham, un piccolo borgo periferico di Manchester, così imparai a cucinare, mettermi in gioco e soprattutto una delle cose che mi avrebbe aperto tante porte: l’inglese. Sebbene il posto fosse italiano, lavoravo solo con inglesi. A loro modo si presero cura di me, si alternarono piccole canzoni come That’s Amore e grandi lezioni che imparavo.

Maturai tantissimo e cambiai diversi lavori. Dopo tanti mesi di duro lavoro e impegno costante, il colore della mia vita perse la vivacità. La mia carriera professionale decollava, ma la mia vita iniziava a rallentare, poiché i ritmi frenetici mi facevano “respirare poco“. Le molte ore di lavoro, non lasciavano più spazio al resto. Ero diventato una vera macchina da guerra che produceva grandi quantità di soldi per qualcuno che nemmeno conoscevo. Non avevo più tempo libero, le mie passioni e i miei hobby erano intrappolati, come me, in quel loop infernale. Ho sempre amato cucinare ma non in quel modo.

la vita notturna a Mediacity UK
Media-city UK, Manchester

Risveglio da un brutto sogno

Stavo vivendo ormai quella routine, come un morto che camminava. Da un lato avevo incoronato il mio sogno, quello di cambiare vita. Ma da un lato? Mi restava una vita insipida, piatta e mi aspettava una routine dettata dal duro lavoro.

La libertà sottratta completamente.

Un giorno però non mi alzai dal letto per andare a lavoro. Mi sentivo strano e non avevo mai provato quella sensazione. Volevo oppormi e fermare quella maledetta ruota.

La realtà contraddiceva i miei sogni, e non avevo più voglia di vivere.

Volevo soltanto scendere dalla “giostra” e cambiare quella situazione che si era creata. Sentivo di esserne responsabile e stavo perdendo il contatto con me stesso. Desideravo non sprecare più tempo e ascoltare la mia voce interiore.

Avevo capito che il tempo era una cosa preziosa e che non tornava più indietro, il denaro invece non poteva ricomprare nulla. Quel momento di lucidità e consapevolezza, non lo dimenticherò mai. Avevo trovato stabilità e un lavoro sicuro ma questo mi sembrava un misto tra ansia e depressione. Allora dissi a me stesso che volevo vivere diversamente e tornare nel mio paese. Dovevo riorganizzarmi le mie idee, perché non era la vita che volevo. Io volevo essere realmente libero.

La mia terra natia…un paradiso

Un sogno incredibile

La prima persona che chiamai fu mia madre: spiegandole la situazione, mi disse di essere sempre al mio fianco e questo mi bastava. Tornai in Sicilia con occhi diversi. Trascorsi un po’ di tempo in famiglia e soprattutto con la mia nonna, una delle persone più presenti e sagge della mia vita.

Volevo provare a fondo la sensazione di fare come cavolo mi pareva a me. Ma i risentimenti e la nostalgia non tardò ad arrivare: ero un po pentito di questa scelta. Destino o casualità? Questo cambio di rotta mi diede la possibilità di conoscere la mia anima gemella. Alla fine…non era andata così male.

Anche seppur difficile, iniziai a lavorare: assistevo gli anziani e i disabili, risparmiavo e ogni tanto riuscivo a mettermi su un aereo per qualche destinazione in Europa. Fu cosi che mi innamorai del viaggio. Scappando ogni tanto.

Quando parlavo con gli altri di questa passione mi ripetevano sempre: “per viaggiare ci voglio i soldi, ragazzo mio“. Dovevo solo ignorare quel tipo di gente e cercare un modo di circondarmi di gente seria. Non potevo più fare a meno di viaggiare e partire.

Ho soltanto una vita no? Fatemi almeno provare…

Un giorno leggendo un blog chiamato Mangia Vivi Viaggia, sentì un tizio con la barba lunga parlare di libertà e vivere viaggiando. Pensavo fosse un vero profeta. Ovviamente sto parlando di Gianluca Gotto. Fu lui la mia ispirazione per ricominciare a sognare.

Avevo un debole per la lettura e la scrittura, ma non avrei avuto il coraggio di provarci se non per un nuovo sogno.

Leggendo sul nomadismo digitale mi si aprì una porta con una grande opportunità. Essere libero ma lavorando per me stesso. Avevo trovato il Vaso di Pandora.

Era quello che stavo cercando nel profondo di me stesso, soltanto che ancora non avevo le chiavi per aprire quella porta, che poi mi avrebbe condotto a realizzare un sogno impossibile.

Non farti mai dire chi sei o cosa non puoi fare. Siamo noi che abbiamo il potere di scrivere la vita che sogniamo.

Quello che posso dire è che la mia storia non ha nulla di speciale. Io viaggio per ritrovare me stesso e non dimenticare mai che la vita è una sola. E va vissuta. Ora sono a un passo dal mio sogno: essere un nomade digitale.

Forse in questo mondo non esistono le coincidenze… E’ come se tutto fosse destinato ad accadere.. il fato prende lentamente forma