Ho sempre pensato che cucinare non fosse una pratica antica e misteriosa: un insieme di chimica, alchimia e pura magia. Dietro questa azione c’è un buon fine, cucinare con amore è qualcosa che va oltre la semplice gentilezza. Cucinare è anche un atto d’amore rivolto al prossimo, a chi riceve il piatto, una volta cucinato.
Cucinare è stata una delle prime cose che ho imparato, sin da ragazzo e mi è sempre piaciuto. Come racconto nella mia biografia, quando ho iniziato il percorso di studi per imparare l’arte culinaria, mi sono appassionato di cucina ma non avrei mai pensato di farlo in un “certo modo“. Durante gli anni scolastici mi veniva spiegato che cucinare fosse qualcosa come: correre, sbrigarsi, velocizzare, e infine servire. Insomma una vera ricetta per trasmettere ansia. Mi sono subito opposto a questa cosa perché non amo fare le cose senza passione.
Se è vero che in cucina bisogna essere veloci e svelti, dobbiamo anche dire che fare le cose di fretta, non si trasmette abbastanza amore nelle cose. E si, perché cucinare si tratta proprio di questo: trasmettere amore.
Penso che viviamo in un epoca assurda: vogliamo tutto e veloce! Una cosa che ho sperimentato particolarmente lavorando nel Regno Unito, dove la frenesia è al ritmo del giorno, ma anche nei ristoranti in Italia.
È vero, quando una persona si siede in un posto per mangiare, vuole tutto svelto e rapido. Ma questo è un gran problema perché nel trasmettere l’amore necessario ci vuole tempo e non la fretta. Un concetto complesso ma allo stesso alla portata di tutti.
Quando si parla d’amore si pensa certamente a quello romantico, ma quello è solo una forma dell’amore universale, chiunque può amare perché la gentilezza, per esempio, è un atto d’amore. Esattamente come noi che prepariamo un pasto per qualcuno.
Cucinare con amore: un concetto che va oltre la semplice preparazione
Personalmente penso che non esiste dono più prezioso del tempo, perché il tempo non torna indietro e nemmeno si può comprare. Quindi cucinare con amore per qualcuno richiede il giusto tempo da impiegare e al piatto stesso per permettersi di cuocere bene. Grazie a tanti libri che ho letto, soprattutto quello di Gianluca Gotto “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” ho appreso dei concetti molto interessanti, che hanno dato vita e rafforzato dei pensieri che nutrivo sin da quando ho imparato a cucinare. Uno di questi è la consapevolezza del momento presente e poi la meditazione.
Ho appreso che mentre si cucina non dovresti pensare ad altro.
In particolar modo il cibo assorbe l’energia di chi lo prepara. Tutti gli esseri viventi hanno un flusso di energia che scorre nel proprio corpo, un’energia spirituale latente in noi. In India la chiamano energia Kundalini, a seconda della cultura questa forza viene chiamata con diversi nomi come energia Chi, bio-energia, in One Piece viene chiamata Haki.
Ogni corpo, quindi oggetto o nel nostro caso il cibo, può assorbire e farsi carico di questa energia e assimilare una parte di quell’ energia, dando una consistenza perfetta, sapore e spirito al piatto.
Esistono tante forme d’amore e una di queste è anche cucinare per qualcuno, un concetto che per me va oltre alla semplice preparazione di un piatto.
Quindi se ti chiederai come infondere questa energia? Dovrai pensare e concentrarti a quella persona, magari con pensieri positivi e sono sicuro che quel piatto sarà buonissimo.
Perché si ha così tanta nostalgia della cucina della nonna? Perché sentivamo che quel cibo era preparato con amore 🙂
Bene, questo è il mio punto di vista personale e personalmente penso che cucinare con amore per qualcuno è un modo per dare qualcosa di nostro che racchiude: tempo, preparazione ed energia. E qual è il tuo punto di vista? Fammelo sapere nei commenti 🙂